io adoro il mio lavoro

lo sto capendo ora, l'avevo ignorato per un pò.
l'idea di tornare a lavoro il 12 aprile non mi alletta per niente, dopo quasi 2 anni di assenza.
tornare a fare quei turni assurdi, tornare in quella massa di corrotti, dove non funziona quasi niente e mi devo sbattere per rendere la vita delle mie pazienti migliore, avendo a disposizione nient'altro che me, tornare a rinunciare alle domeniche pomeriggio d'estate e a quasi tutte le festività.
ma l'altro giorno io e mia madre eravamo in centro e abbiamo deciso di andare a trovare mio padre, che attualmente presta servizio in una casa di riposo.
mi è bastato rivedere i sorrisi entusiasti di quelle donne alla vista di una figura differente dai soliti camici bianchi per innamorarmi di nuovo di quello che faccio.
mi è sembrato di rivivere il mio tirocinio in un'altra casa di riposo, agli inizi della mia attività.
quei vecchietti che avevano mille cose da raccontare a chi, finalmente, li stava ad ascoltare.
quel volere a tutti i costi regalarmi un pacchetto di caramelle che tenevano custodivo chissà da quanto e chissà per chi.
poi sono arrivate le mie pazienti, quelle che comunemente si chiamano matte.
ce n'era una che io vedevo passeggiare per il corso, di cui avevo proprio paura, chiedeva soldi e sigarette e se non glieli davi erano insulti e bestemmie.
il primo giorno di lavoro, salendo le scale e trattenendo il vomito per la puzza di manicomio che c'era, fu lei la prima che vidi, mi sorrise con un sorriso sdentato e mi si gelò il sangue.. e io -all'epoca avevo 22 anni- dovevo stare sola con questa?
non ce l'avrei mai fatta!
e poi c'era la mia collega, prossima alla pensione che mi ripeteva:-ma chi te lo fa fare? sei così giovane e tu vuoi rinchiudere qua?-
poi c'era quella lasciata dal marito che era epilettica, depressa e se usciva non ritrovava la strada di casa.
e poi ancora l'orfana con un ritardo mentale che la faceva essere una bambina, a quasi 40 anni.
e poi ancora quella che la sorella l'aveva fatta rinchiudere e godeva della 104, pur essendo residente lì, che aveva il talloncino per gli invalidi, ma non la veniva a prendere mai nessuno....
e poi, e poi, e poi...
piano piano sono arrivata a farmi regalare un fiore da quella che bestemmiava, il mio turno di pomeriggio era una seduta dal parrucchiere per tutte e dall'estetista per chi ne aveva bisogno, ovviamente a modo mio facevo quello che sapevo fare, ma almeno i capelli erano puliti e le unghie dei piedi corte, sono arrivata a far uscire da sola quella che si perdeva per andare a comprare gli yogurt.
purtroppo sono stata anche quella che si è accorta che giuliana aveva perso 10 kg in un mese per un tumore alle ossa, che titina l'avevano rimandata dalla psichiatria col bacino rotto, che a rita i valori degli esami tumorali si centuplicavano ogni 3 mesi, sono stata io a battermi perchè maria andasse in r.s.a., con una gamba amputata non poteva vivere in una casa al terzo piano, piena di scale e senza un balcone, non era dignitoso per lei.. ne ho viste un pò andare via e non tornare più
loro sono diventate una parte della mia vita e in fondo non vedo l'ora di tornare da loro, a godere delle grandi soddisfazioni che mi davano, a cominciare da ivana che il giorno dopo aver partorito l'ho vista arrivare con un mazzo di fiori per me, da gabriellina che quando seppe che stavo per sposarmi andò in edicola a comprare una rivista di abiti da sposa.
e dovrò ricominciare a contare fino a 100 quando capiterà come l'ultima volta che sono andata a trovarle, a 5 giorni dal parto e marilena mi disse:- ma ancora con sta pancia? ancora non lo ammazzi quel bambino?-
e io col sorriso le dissi:-fammelo almeno vedere, poi decidiamo!- e lei mi abbracciò e mi fece gli auguri...
è lì che voglio stare, in mezzo alle mie matte, così anch'io potrò sentirmi un pò più normale..

Commenti

Vanessa ha detto…
leggendo questo post.. mi hai fatto venire i brividi.. io non sono in un periodo spensierato.. anzi direi che sono in un periodo ko della mia vita. mi sento come in un vortice da cui non vedo via di uscita.. questo.. beh.. questo vortice penso si chiami depressione.. non una di quelle gravi, ma.. una di quelle che.. ti fanno piangere apparentemente senza alcun motivo, che ti fanno sentire uno schifo.. quindi.. grazie perchè con questo post mi sono sentita normale anchio ma.. fortunata!
Dueranocchipercasa ha detto…
vivere la realtà di queste povere donne fa capire davvero che spesso noi ce la prendiamo per niente..
dai che i tuoi problemi si risolvono, fanno stare male, ma son cose che passano
Babi ha detto…
mamma mia ho le lacrime agli occhi fai un lavoro difficilissimo e ti ammiro molto ma credo che sia anche uno dei più belli del mondo se c'è la passione...io AMO aiutare gli altri e m sento bene anche solo a fare un piccolo favore quindi immagino come tu ti possa sentire con il tuo lavoro tuo figlio potrà solo essere fiero di te.
Dueranocchipercasa ha detto…
grzie babi, si in effetti come lavoro manuale è poco o niente, ma a livello psicologico se non si è forti è davvero dura, però poi quando ci sei dentro è meraviglioso

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